Moschetto Carcano 1891/38 pezzo unico in vendita qui’ da noi

Armeria e Antiquariato ha il piacere di presentarvi il

Moschetto Carcano Modello 1891/38

in dotazione alla Guardia Personale del Vicerè d’Etiopia S.A.R. Amedeo di Savoia Terzo Duca d’Aosta.

Arma prodotta in 100 esemplari da Beretta a Gardone Val Trompia nel 1939, incisa ed ornata da Calderoni (Gioielliere in Milano) catturata dalle Forze del Commonwealth sull’Amba Alagi nel Maggio del 1941.

Un pò di storia…

Il fucile Carcano Mod. 91, fuori d’Italia anche conosciuto come Mannlicher-Carcano-Parravicino, è un fucile adotturatore girevole-scorrevole adottato dal Regio Esercito nel 1891 ed è stato l’arma d’ordinanza dell’esercito italiano per più di mezzo secolo, dal 1896 al 1945; esso sostituiva il vecchio Vetterli-Vitali Mod. 1870/87 e adottava il nuovo piccolo calibro di 6,5 × 52 mm Carcano.
Nella prima guerra mondiale e nelle campagne di polizia coloniale nella Libia italiana la munizione Mod. 90/95 da 6,5 mm si era dimostrata fin troppo penetrante e, se non colpivano parti letali, l’effetto balistico terminale non era tale da procurare nel nemico ferite eccessivamente invalidanti. L’esperienza della guerra d’Etiopia dimostrava inoltre che le caratteristiche balistiche della munizione erano ormai inferiori a quelle delle altre nazioni, con prestazioni scadenti soprattutto nelle mitragliatrici.
Fin dal 1935 il colonnello Giuseppe Mainardi fu incaricato di studiare una nuova munizione e nel 1938 si arrivò quindi all’adozione di nuove munizioni 7,35 × 51 mm a nitrocellulosa pura, mentre nel frattempo il maggiore Roberto Boragine ed il capitano Federico Capaldo, vennnero incaricati di progettare un fucile che utilizzasse il nuovo calibro e potesse recuperare anche le scorte esistenti: gli arsenali, infatti, erano ancora pieni di vecchi Fucili Mod. 91 con la canna usurata. Questo nuovo progetto prese il nome di Fucile Mod. 38, un’arma sensibilmente più corta dell’originale Fucile Mod. 91 (1020 mm). La canna era lunga 538 mm, dei quali 475,5 con rigatura destrorsa a passo costante di 240 mm; l’anima della canna era rialesata per ottenere il calibro tra i pieni di 7,35 mm e 7,63 tra i solchi; esternamente invece si distingueva per il manicotto terminale sfaccettato reso troncoconico con appopriata lavorazione. La camera di cartuccia richiedeva invece modifiche più lievi, in quanto il bossolo del nuovo calibronon differiva troppo dal 6,5.
Il manubrio dell’otturatore era piegato in modo da ridurre l’ingombro e l’alzo era sostituito da una tacca di mira fissa a 200 m, semplificando così anche l’addestramento dei fanti. Il sistema di caricamento, il serbatoio e le lastrine erano le stesse del 6,5 mm e non subivano modifiche. La cassa, che per le modifiche necessarie non poteva essere recuperata ma doveva essere prodotta ex novo, presentava una scanalatura per lato per migliorare la presa, mentre la bacchetta nettatoia, in tre elementi svitabili, prendeva posto nell’apposito scomparto nel calcio. Lasciabola-baionetta Mod. 91 fu sostituita da un pugnale-baionetta staccabile e pieghevole, la cui lama ripiegata veniva accolta da una scanalatura del fusto.
Insieme al fucile, vennero riciclati anche i moschetti, portando ai Moschetto Mod. 91/38 e Moschetto Mod. 91/38 per truppe speciali, ricalibrati entrambi a 7,35 mm con rigatura a passo fisso e tacca fissa a 200 m. Nei primi, a parte queste modifiche alla canna, i fornimenti e le rifiniture erano praticamente le stesse dei rispettivi modelli in calibro 6,5 mm. Il Moschetto per TS subiva le stesse modifiche alla canna ed all’alzo, mentre conservava la precedente baionetta per TS. Le casse prodotte ex novo avevano i soli attacchi centrali per la cinghia di trasporto, mentre le casse riciclate avevano il doppio attacco, centrale e laterale.
Essendo ancora lontani dalla completa conversione al nuovo modello, la produzione si fermò a 285000 pezzi, la maggior parte di essi venne ritirata dal servizio nel timore che il doppio munizionamento creasse confusione nell’approvvigionamento. Gli esemplari rimanenti equipaggiarono truppe di seconda linea e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Delle armi ritirate, 94500 furono consegnate all’esercito finlandese, che le impiegò contro i russi nella Guerra d’inverno e nella Guerra di continuazione.
In alcuni testi i fucili e moschetti camerati 7,35 mm vengono indicati semplicemente come Mod. 38, mentre per i successivi ricalibrati in 6,5 mm si parla di 91/38…..